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Studio di Ginecologia ed Ostetricia
della Dott.ssa Rosa Di Meo
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Consultate il nostro Glossario per sapere cosa significano i termini medici più frequentemente usati nel campo ginecologico ed ostetrico.

A B C D E F G H I J K L M N O
P Q R S T U V W X Z
A
ABORTO: Si definisce aborto la cessazione della gravidanza prima che il feto acquisisca la possibilità di vita autonoma al di fuori dell’utero. L’aborto può essere spontaneo o provocato. In quest’ultimo caso si parla di interruzione volontaria della gravidanza che in Italia è regolata dalle norme contenute nella legge n. 194 approvata nel 1978. Le cause più comuni di aborto spontaneo sono di origine fetale. In circa il 70% dei casi di aborto il prodotto del concepimento risulta affetto da una anomalia cromosomica: in oltre la metà dei casi si tratta di una trisomia autosomica, le altre alterazioni più frequentemente implicate sono la monosomia X, le triploidie e le tetraploidie. A seconda dell'evoluzione clinica si distingue: aborto inevitabile quando la gravidanza è complicata da perdite ematiche genitali e dolori addominali crampiformi. Di solito la cervice è parzialmente dilatata e l’orifizio uterino interno pervio, ad attestare l’inevitabilità del processo, ma non vi è stata espulsione di materiale ovulare; aborto incompleto si intende l’espulsione parziale del prodotto del concepimento e dei suoi annessi. Tipicamente, sono presenti perdite ematiche vaginali e dolore ai quadranti addominali inferiori. All’esplorazione vaginale, la cervice risulta dilatata e raccorciata e spesso dall’orifizio uterino sporge materiale ovulare; aborto completo con espulsione spontanea e totale del prodotto del concepimento e dei suoi annessi; aborto interno quando un embrione o un feto privi di attività cardiaca, più spesso di dimensioni inferiori alla norma per l’epoca di gravidanza, sono ritenuti all’interno dell’utero anche per alcune settimane. La presenza di 3 o più aborti nella storia della donna è un fattore prognostico negativo per l’evoluzione di altre eventuali gravidanze e si definisce abortività ricorrente.


AMENORREA: Si definisce amenorrea la completa assenza dI flusso mestruale da almeno 3 mesi. Si dividono in primarie e secondarie. Primarie: la donna non ha mai mestruato. E’ legata a lesioni organiche congenite corticali o ipotalamiche, disgenesie gonadiche, quali ad esempio la sindrome di Turner, o a pseudoermafroditismi quali, ad esempio l' iperplasia surrenalica congenita o la sindrome di Morris, o ad agenesie utero-vaginali quali la sindrome di Rokintasky. Secondarie: la donna diventa amenorroica, dopo un periodo più o meno lungo di cicli mestruali regolari o no. Le condizioni fisiologiche che determinano amenorrea secondaria sono la gravidanza e la menopausa. Le condizioni patologiche che determinano amenorrea secondaria sono legate ad alterazioni di origine corticale o ipotalamica quali, ad esempio l'anoressia nervosa, oppure a sindromi iperprolattinemiche, per esempio da adenomi ipofisari prolattino secernenti, oppure ad alterazioni di origine ovarica, di cui le più comuni sono l'ovaio policistico e l'insufficienza ovarica prematura o menopausa precoce, oppure a sindromi cortico surrenaliche quali, la sindrome di Cushing o tumori cortico surrenalici capaci di produrre androgeni ed estrogeni, oppure a patologia tiroidea, oppure ad alterazioni ponderali quali, magrezza eccessiva o obesità.


AMNIOCENTESI: L’amniocentesi consiste nel prelievo, attraverso una puntura transaddominale, dalla cavità amniotica, di liquido amniotico contenente cellule fetali derivate dallo sfaldamento cutaneo, dell’epitelio del tratto gastroenterico, urogenitale, respiratorio e dell’amnios, oltre a prodotti biochimici.. Tale procedura è generalmente praticata tra la 15a e la 18 a settimana di gestazione (amniocentesi genetica), ma può anche essere attuata tardivamente (amniocentesi tardiva) ovvero nel III trimestre. Il prelievo permette di esaminare le cellule fetali in esso sospese per effettuare l'esame del cariotipo del feto, cioè l'analisi dei cromosomi fetali per escludere malattie del tipo Sindrome di Down, detta anche Trisomia 21; può contribuire ad individuare altre anomalie cromosomiche, disturbi legati al sesso, malattie metaboliche come la malattia di Tay-Sachs o anomalie dello sviluppo. È una manovra invasiva ma a bassissimo rischio di effetti indesiderati. Infatti, i rischi dell'amniocentesi precoce sembrano essere piuttosto ridotti; in particolare vi è motivo di ritenere che sia alquanto remoto il pericolo di provocare un aborto (0,7%), un'infezione del liquido amniotico, una perdita di liquido amniotico.


ABLAZIONE ENDOMETRIALE: L'ablazione endometriale consiste nella totale eliminazione o distruzione della mucosa endometriale per tutta la sua profondità, compresi i primi 2-3 mm del miometrio. La principale indicazione è rappresentata dalle meno.metrorragie disfunzionali recidivanti, dopo un periodo di almeno tre mesi di terapia medica fallita.


ACIDO FOLICO: L’acido folico è una vitamina del gruppo B molto importante per l’organismo, in particolare durante il periodo della gravidanza riducendo il rischio di nascita di bambini con difetti del tubo neurale (DTN). Il fabbisogno indispensabile per la maggior parte delle donne sane corrisponde a 0.4 mg al giorno.


ANNESSIECTOMIA: Asportazione chirurgica delle tube e delle ovaie.
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B
BARTOLINI: Ghiandola vestibolare situata nel terzo posteriore delle grandi labbra di struttura acinosa e con dotto escretore che sbocca lateralmente all’introito.


BIOPSIA ENDOMETRIALE: Esame durante il quale viene prelevata per essere esaminata al microscopio una piccola quantità di endometrio, cioè del tessuto che riveste la cavità uterina. Il prelievo può avvenire ambulatorialmente mediante diverse tecniche (cannula di Novak, Pipelle, Isteroscopia).


BIOPSIA CERVICALE: Esame ambulatoriale durante il quale viene prelevata per essere esaminata al microscopio una piccola quantità di cervice uterina.
C
CARCINOMA DELLA CERVICE: Rappresenta la 4° neoplasia per frequenza nella popolazione femminile e la mortalità e la morbilità di questo tumore sono un problema sanitario di rilevanza mondiale, nonostante l’efficace prevenzione (con il pap test e con la colposcopia ) e la sempre maggiore diffusione delle campagne di screening. Il trattamento va dalla conizzazione nelle forme ben localizzate all’isterectomia radicale con linfoadenectomia pelvica sistemica nelle forme invasive.


CARCINOMA ENDOMETRIALE: Rappresenta l’8-10% di tutte le neoplasie femminili ed è per frequenza al 7° nella popolazione femminile. Insorge prevalentemente in età post-menopausale con incidenza massima tra i 55 ed i 65 anni. La terapia primaria è la chirurgia seguita, nei casi a prognosi più grave, da una terapia adiuvante (che mio o radioterapia). Infatti l’intervento di scelta è la laparoisterectomia con annessectomia e sulla base del grado d'infiltrazione del miometrio l’eventuale linfoadenectomia pelvica e lomboaortica.


CARCINOMA DELLA VAGINA: Rappresenta uno dei tumori più rari della donna e costituisce solo òì1-3% delle neoplasie genitali. La sua incidenza è più elevata tra i 60 e gli 80 anni. La terapia è radiochirurgica. L’intervento di scelta è la vaginectomia totale, in alcuni casi con eviscerazione posteriore e nelle donne giovani la costruzione di una neovagina.


CARCINOMA DELLA MAMMELLA: E’ la più frequente neoplasia maligna femminile, essendo responsabile del 24% dell’incidenza e del 18% della mortalità tra i tumori della donna. Il 90% dei carcinomi mammari si presenta all’esordio con una localizzazione loco-regionale che interessa nel 45-50% delle pazienti il quadrante supero-esterno e nel 40% dei casi i linfonodi ascellari. La diagnosi viene posta sulla base dell’esame clinico, della mammografia (che rappresenta l’esame di screening più importante dopo i 40 anni), dell’esame citologico su ago aspirato (in presenza di lesioni sospette) e dell’ecografia che rappresenta l’esame dirimente in pazienti giovani. La terapia chirurgica va dalla tumorectomie nelle forme ben localizzate alla quadranctectomia con linfoadenectomia ascellare fino alla mastectomia radicale con asportazione del piccolo e del gran pettorale e dei linfonodi della catena mammaria interna. Il trattamento adiuvante con chemioterapici o farmaci antiestrogeni verrà deciso sulla base dell’età della paziente, sulla base dello stato linfonodale, sulla presenza nelle cellule tumorali di recettori estrogenici.


CARCINOMA DELL'OVAIO: Rappresenta la principale causa di morte nell’ambito della patologia maligna ginecologica, nonché la 7° causa di morte per cancro nella popolazione femminile. La ragione di una così alta mortalità è legata al fatto che più del 70% dei tumori ovarici sono diagnosticati tardivamente e cioè quando la malattia ha già interessato gli organi contigui o a distanza. Per le neoplasie agli stadi 3° e 4° si effettua una chirurgia definita “citoriduttiva”. La finalità di questo tipo di chirurgia è di asportare la più grossa quantità di tumore, riducendo al minimo il volume di tumore residuo. La sopravvivenza delle pazienti diminuisce con l’aumentare del tumore residuo.


CARCINOMA DELLA VULVA: Costituisce circa il 5% di tutte le neoplasie maligne femminili. Si presenta nella maggior parte dei casi in pazienti anziane. Nell’anamnesi delle pazienti con carcinoma invasivo è presente una storia di prurito vulvare, di carcinoma in situ della vulva, o di lesioni vulvari di tipo distrofia iperplastica. La terapia consiste nella vulvectomia radicale con linfoadenectomia inguino-femorali.


CARDIOTOCOGRAFIA: Metodica basata sugli ultrasuoni che viene utilizzata per monitorare il benessere fetale (mediante valutazione dell' attività cardiaca fetale) e l' attività contrattile uterina. Viene utilizzata e nel corso della gravidanza e durante il travaglio.


CERCHIAGGIO CERVICALE: L’intervento, che prevede il posizionamento attorno al collo uterino di una fettuccia di materiale non riassorbibile, è indicato nel caso di incontinenza istmica che può primitiva o più spesso secondaria, conseguente a parto operativo, a parto precipitoso,a parto di feto macromosa.


CISTI OVARICA: Le cisti non neoplastiche dell’ovaio rappresentano le masse più spesso riscontrate a livello annessiale nel periodo fertile e pre-menopausale. Fra le cisti non neoplastiche dell’ovaio rientrano le cisti funzionali sia (follicolari che luteiniche), le cisti teco-luteiniche, il luteoma gravidico, il corpo luteo emorragico, le ovaie sclerocistiche e le cisti endometriosiche. E’ di estrema importanza clinica cercare quanto più possibile di differenziare queste lesioni dalle neoplasie ovariche maligne mediante un accurato esame ecografico; tuttavia non esiste nessuna tecnica diagnostica “preoperatoria” (cioè che non si avvalga dell’esame istologico) in grado di differenziare queste due diverse entità in maniera assolutamente sicura.


CISTOCELE: Prolasso della parete vaginale anteriore con protrusione della vescica verso il basso conseguente ad un danno del setto vescica-vaginale. La terapia chirurgica ha l’obiettivo di ridurre la profondità vaginale riportando la vescica, il collo vescicole e l’uretra nella pelvi.


COLPOISTERECTOMIA: E’ uno degli interventi classici della chirurgia ginecologica e prevede l’asportazione dell’utero attraverso la via vaginale.


COLPOSACROPESSI: Metodica di correzione del prolasso della cupola vaginale che prevede la sospensione del moncone vaginale al legamento presacrale del promontorio.


COLPOSOSPENSIONE SEC BURCH: Prevede, in pazienti con incontinenza urinaria da sforzo, l’elevazione del collo vescicole mediante sospensione del tessuto paravaginale al legamento ileo-pettineo di Cooper.


COLPOSCOPIA: Metodica endoscopica che prevede lo studio della vagina e del collo dell’utero mediante strumento ottico detto colposcopio che permette una visione steroscopica ed ingrandita.


CONIZZAZIONE: Tecnica escissionale che permette l’asportazione di una porzione della cervice a forma di cono che può essere eseguita con bisturi a lama fredda, ansa diatermia o laser. Trova indicazione nelle pazienti affette da neoplasia intraepitelia della cervice uterina (CIN).


CONTRACCEZIONE: Ricorso a metodiche di vario genere (naturali, chimiche, ormonali, ecc.) per impedire l'insorgenza di una gravidanza.


CORDOCENTESI: Consiste nel prelievo di sangue fetale dai vasi ombelicali per via transaddominale. Il prelievo è generalmente praticato solo dopo la 18a settimana di gestazione anche se ci sono stati reports di cordocentesi attuate con successo già a 12 settimane. Il vantaggio di questa tecnica rispetto alle altre diagnosi invasive è l’estrema rapidità della risposta. Infatti, il materiale genetico è ottenuto direttamente dai linfociti fetali e quindi è già pronto per l’uso. La più comune indicazione è la preparazione del cariotipo fetale rapido (48-72 ore) nei casi di mosaicismo o fallimento dei precedenti prelievi (amniocentesi, biopsia placentare), positività dei soft markers ecografici per cromosomopatia (in special modo ritardo di crescita precoce, plica nucale aumentata, cardiopatie, associazione di più soft markers), malformazione fetale potenzialmente associata a cromosomopatia (ad esempio onfalocele). Le complicanze fetali che minacciano il benessere fetale sono innanzitutto il sanguinamento prolungato e la formazione di ematoma con successiva ostruzione del flusso nella sede del prelievo. Comunque gli operatori dei centri a maggior esperienza riportano un rischio di morte fetale complessivo di circa 1-2%.


CORDONE OMBELICALE: Struttura che contiene i vasi sanguigni che collegano il feto alla placenta.


CORPO LUTEO: Formazione di tipo cicatriziale che si forma sull' ovaio in seguito alla rottura del follicolo che avviene con l' ovulazione.
D
DENSITA' MINERALE OSSEA: Parametro principale sulla cui valutazione si basa la diagnosi di osteopenia e/o osteoporosi.


DENSITOMETRIA OSSEA COMPUTERIZZATA: Tecnica strumentale utilizzata per la valutazione della densità minerale ossea per la cui interpretazione ci si serve di due indici, il T-Score e lo Z-Score. Sulla base dei valori di T-Score si possono definire quattro categorie diagnostiche: normale, osteopenia, osteoporosi ed osteoporosi grave.


DIABETE E GRAVIDANZA: La patologia diabetica in gravidanza predispone ad un aumentato rischio di problematiche medico-chirurgiche sia fetali che materne. Le complicanze materne legate al diabete sono: maggiore incidenza d'ipertensione gestazionale e di preeclampsia; maggiore suscettibilità alle infezioni durante la gravidanza ed il postpartum e presenza di poliamnios (aumento del liquido amniotico);aumentata incidenza di parti pretermine e di tagli cesarei, per indicazioni materne o fetali); infine complicanze a lungo termine, quali obesità e iperlipemia, patologia aterosclerotica e, nel 50% delle donne affette da diabete gestazionale, lo sviluppo di un diabete tipo II nei 5-15 anni successivi al parto. Le complicanze fetali sono: tasso di mortalità perinatale aumentato e rischio di malformazioni congenite fetali circa 3 volte maggiore rispetto ai controlli; aumentata incidenza di macrosomia fetale e di distocie al parto; maggior incidenza di iposviluppo fetale, legato alla vasculopatia diabetica con sovrapposta insufficienza placentare; complicanze neonatali metaboliche (ipoglicemia, ipocalcemia, iperbilirubinemia, policitemia); aumentata incidenza nel nato da parto pretermine di sindrome di distress respiratorio; complicanze a lungo termine (obesità, diabete tipo 2, deficit motorio ed intellettivo durante l'infanzia) .


DIABETE GESTAZIONALE: E’ definito come ogni grado di intolleranza al glucosio con inizio o primo riconoscimento durante la gravidanza.


DISMENORREA: Con questo termine si indica una mestruazione particolarmente dolorosa. Viene classificata in primaria, se non sono rilevabili cause organiche patologiche e secondaria, se invece riconosce un’alterazione organica.


DISTACCO DI PLACENTA NORMALMENTE INSERITA: Con questo termine si intende il distacco della placenta prima che avvenga il parto del feto.


DISTOCIE DEL PARTO: Il parto si dice distocico quando si crea un ostacolo meccanico o una difficoltà dinamica a causa o del canale di parto, o del feto o della forza.


DOLORE PELVICO CRONICO: Il dolore pelvicocronico di origine uroginecologica è nella maggior parte dei casi legato alla presenza di due patologie che sembrerebbero non raramente associate: l’endometriosi e la cistite interstiziale.


DRILLING OVARICO: E’ definito come l’esecuzione di multipli fori sulla superficie ovarica con ago monopolare o con laser. Esso rappresenta attualmente il gold standard nel trattamento chirurgico della sindrome dell’ovaio policistico resistente alla terapia medica.


DUO-TEST: Metodica utile per il calcolo del rischio di malattie cromosomiche che prevede la valutazione di specifiche sostanze nel sangue materno (PAPP-A e free-hCG).
E
ECOCARDIOGRAFIA: Metodica ecografica del II trimestre di gravidanza che permette lo studio accurato del cuore fetale.


ECOGRAFIA TRANSVAGINALE: Tecnica di ecografia nella quale viene utilizzato un trasduttore particolare che viene introdotto in vagina.


ECTROPION: Presenza di epitelio cilindrico (o ghiandolare) sull’ esocervice (dove dovrebbe esservi tipicamente epitelio squamoso o pavimentoso).


ENDOMETRIO: Il tessuto di rivestimento della cavità uterina.


ENDOMETRIOSI: Condizione patologica provocata dalla crescita di tessuto endometriale in sede eterotopica, cioè al di fuori della cavità uterina.


EPISIOTOMIA: Incisione chirurgica eseguita a livello del perineo (regione compresa tra la vagina e l'ano) per allargare l'apertura della vagina in modo da favorire il parto.


EPISIORRAFIA: Riparazione dell’episiotomia.


ESTROGENI: Ormoni femminili prodotti dalle ovaie che stimolano la crescita dell'endometrio e favoriscono lo sviluppo dei caratteri sessuali femminili.
F
FETOSCOPIA: Visualizzazione diretta del feto mediante strumenti a fibre ottiche introdotti nella cavità amniotica.


FIBROMI UTERINI: Tumori benigni dell’utero costituiti da muscolatura liscia e da quantità variabile di tessuto connettivo. Rappresentano la più frequente patologia tumorale benigna della sfera genitale con prevalenza compresa tra il 25 ed il 75% della popolazione femminile.


FITOESTROGENI: Composti caratterizzati da un’azione simile a quella degli estrogeni, ritenuti un’alternativa naturale alla terapia ormonale sostitutiva classica per la loro provenienza dal mondo vegetale.


FIVET: Tecnica che consiste nella collocazione nella medesima piastra di coltura di ovocita e spermatozoo attendendo che questi procedano alla fertilizzazione spontanea. Gli embrioni ottenuti vengono poi trasferiti in utero.


FLUSSIMETRIA: Valuta il flusso utero-placentare, ed il flusso di sangue materno verso lo spazio intervilloso. Le alterazioni di questi parametri portano a sofferenza fetale cronica, con iposviluppo fetale.
G
GIFT: Tecnica che prevede il prelievo ovocitario per via transvaginale e l’immediato posizionamento per via laparoscopica nelle tube dell’ovocita insieme allo sperma processato.


GRAVIDANZA EXTRAUTERINA: Si verifica quando l’impianto dell’uovo fecondato avviene al di fuori della cavità uterina. Tra le varie localizzazioni prevale nettamente la gravidanza tubarica che si verifica in circa il 98% dei casi.


GRAVIDANZA GEMELLARE: Si definisce gravidanza multipla, quella nella quale si sviluppano più feti. Le gravidanze bigemine possono essere monozigotiche o bizigotiche. Mentre le gravidanze bizigotiche sono tutte bicoriali-biamniotiche, le gravidanze monozigotiche, a seconda del periodo in cui l'uovo fecondato si è diviso, possono essere: bicoriali-biamniotiche, monocoriali-biamniotiche e monocoriali-monoamniotiche.
I
INCONTINENZA URINARIA: Si definisce incontinenza urinaria una “perdita involontaria di urina” in luoghi e tempi inappropriati che sia obiettivamente dimostrabile e che rappresenti un problema sociale ed igienico.


ISTERECTOMIA: Asportazione chirurgica dell’utero che può avvenire per via addominale, laparoscopica o vaginale.


ISTEROSCOPIA: E’ una tecnica endoscopica che permette di visualizzare, attraverso l’introduzione di strumenti ottici all’interno dell’utero, la cavità uterina così da fornire una diagnosi diretta sulla sua integrità anatomica, o su eventuali alterazioni patologiche.


ISTEROSALPINGOGRAFIA: L'isterosalpingografia è un esame radiologico dell'utero e delle tube necessario per verificare la pervietà delle vie genitali, la loro morfologia e l'eventuale presenza di lesioni patologiche. Consiste nell'iniettare attraverso la cervice uterina un mezzo di contrasto opaco e nell'eseguire una serie di radiografie per studiarne il percorso.


IPERPLASIA ENDOMETRIALE: Sviluppo dell' endometrio più accentuato rispetto alla norma, spesso secondario ad irregolarità ormonali con prevalente produzione di estrogeni. Se in un endometrio iperplastico sono presenti cellule atipiche, tale situazione può essere considerata a rischio di evoluzione tumorale.


IUD: Piccolo dispositivo, chiamato anche spirale, che viene inserito e lasciato nella cavità uterina per impedire l'insorgenza di una gravidanza.
L
LAPAROSCOPIA: E' una tecnica endoscopica che permette di visualizzare, attraverso l’introduzione di strumenti ottici in cavità peritoneale, gli organi addomino-pelvici, così da fornire una diagnosi diretta sulla loro integrità anatomica, o su eventuali alterazioni patologiche.


LEEP: Procedura chirurgica che utilizza un'ansa collegata a corrente elettrica per asportare del tessuto anormale dalla cervice.


LINFOADENECTOMIA: Asportazione chirurgica di linfonodi che si esegue in presenza di lesioni neoplastiche.
M
MACROSOMIA FETALE: Si definisce macrosoma il feto nel quale il rapporto peso/età gestazionale è al di sopra del 90° percentile.


MENOMETRORRAGIA: Con questo termine si indica il sanguinamento di origine uterina che, iniziando con una mestruazione più abbondante, si prolunga nel periodo intermestruale. Tale condizione si presenta di solito in età adolescenziale o subito prima della menopausa.


MENOPAUSA: Cessazione permanente delle mestruazioni in rapporto all’esaurimento del patrimonio follicolare ovarico. In genere, l’epoca di comparsa della menopausa è valutata retrospettivamente, dopo 12 mesi consecutivi di amenorrea in assenza di altre cause.


MESTRUAZIONE: Perdita di sangue con sfaldamento ed eliminazione dell' endometrio che si verifica mensilmente quando non avviene il concepimento.


METRORRAGIA: Perdita ematica abbondante o scarsa che compare o nell’intervallo tra due mestruazioni o prima della pubertà o dopo la menopausa, o durante la gravidanza.


MINACCIA DI ABORTO: Clinicamente si presenta con perdite ematiche dai genitali esterni, di solito scarse ed intermittenti, accompagnate da dolori pelvici.Le perdite ematiche sono dovute a piccoli distacchi placentari o a necrosi della decidua.


MIOMECTOMIA: Consiste nell’asportazione di fibromi uterini e può essere effettuata per via laparoscopica o laparotomica.
N
NODULO MAMMARIO: L’80% delle lesioni mammarie che compaiono tra la pubertà e i 40 anni sono di natura benigna. Il fibroadenoma (un tumore misto connettivale ed epiteliale) è la più frequente lesione mammaria dopo la mastopatia fibrocistica. Tutte queste neoformazioni devono essere asportate per permettere il loro esame istologico.
O
OLIGOMENORREA: Viene definita come una distanza tra i cicli mestruali maggiore di 36 giorni.


OSSITOCINA: Ormone secreto dall’ipofisi che stimola la contrattilità uterina. In forma sintetica può essere utilizazione per la stimolazione del travaglio di parto.


OVAIO POLICISTICO: Condizione caratterizzata da una ipersecrezione di androgeni LH dipendente da parte delle cellule della teca interna follicolare e dello stroma ovarico. Le ovaie presentano un’albuginea ispessita, di colore biancastro e al di sotto di questa presentano di cisti di tipo follicolare e follicoli atresici.
P
PAP-TEST: Esame in cui vengono prelevate delle cellule dalla cervice e dalla vagina ed esaminate al microscopio.


PARACENTESI: Consiste nel prelievo di liquido ascitico dalla cavità peritoneale.


PARTO: E' l'espulsione del feto e dei suoi annessi dall'organismo materno.Il feto normalmente si trova nella cavità uterina in situazione longitudinale con la testa in basso e dovrà percorrere, sotto la spinta delle contrazioni uterine e delle contrazioni volontarie dei muscoli del torchio addominale, un canale costituito dal segmento uterino inferiore, dal collo dell'utero e dalla vagina


PERIMENOPAUSA: Periodo che precede immediatamente la menopausa, caratterizzato dall’inizio dei fenomeni biologici, endocrini e clinici della menopausa, fino al primo anno successivo ad esso.


PREMENOPAUSA: Periodo di tempo che precede la menopausa.


POSTMENOPAUSA: Periodo di tempo che segue l’ultimo flusso mestruale.


POLIPO ENDOMETRIALE: Neoformazione dell’endometrio, unica o multipla che si riscontra con maggior frequenza tra i 30 ed i 50 anni. Può essere sessile o peduncolata, con lunghezza variabile da pochi millimetri ad alcuni centimetri.


POLIPECTOMIA: Asportazione di polipi endouterini che può avvenire mediante isteroscopia o raschiamento.


PLACENTA: Organo che assicura funzione nutritiva e protettiva del feto.


PLACENTA PREVIA: Con questo termine si definisce una placenta totalmente o parzialmente inserita sul segmento uterino inferiore, davanti alla parte presentata fetale. Può essere centrale (l’inserzione ricopre l’orificio uterino interno), marginale (lambisce l’orificio uterino interno, rimanendo a meno di 3 cm da esso), laterale (dista più di 3 cm dall’orificio uterino interno).


PROLASSO GENITALE: Si parla di prolasso genitale, quando si verifica la discesa delle pareti vaginali di solito associata a quella dell’utero che si abbassa progressivamente all’interno della vagina.


PUBERTA' PRECOCE: Comparsa di caratteristiche sessuali secondarie prima degli 8 anni di età.
R
RASCHIAMENTO ENDOUTERINO: Prelievo di materiale endometriale che si effettua in genere in anestesia generale e che consente la valutazione istologica.


ROTTURA PREMATURA DELLE MEMBRANE: Si intende la perdita di liquido amniotico prima dell’inizio del travaglio di parto indipendentemente dall’epoca gestazionale in cui tale evento si verifica.
S
SALPINGECTOMIA: Asportazione chirurgica della tuba.


SECONDAMENTO: Distacco ed espulsione della placenta dall' utero dopo la nascita del feto.


SERM: Modulatori selettivi del recettore estrogenico o antiestrogeni.


SINDROME DI MORRIS: E’ un anomalia ereditaria, legata al cromosoma x e trasmessa dalle femmine ai loro discendenti maschi.Questi soggetti presentano cariotipo maschile (46xy) ma fenotipo femminile. Alla pubertà vanno incontro ad un normale sviluppo mammario senza però sviluppo della peluria pubica e ascellare e con amenorrea primaria. La vagina è corta e finisce a fondo cieco, l’utero e le tube sono rudimentali.


SINDROME DI ROKITANSKY: I soggetti con questa sindrome hanno agenesia vaginale, corni uterini rudimentali, ovaie e tube normali con normale sviluppo dei caratteri sessuali secondari. Hanno amenorrea primaria, impossibilità ai rapporti, sterilità.


SINDROME DI TURNER: E’ caratterizzata da cariotipo 45 X. I soggetti con questa sindrome presentano caratteristiche somatiche particolari: bassa statura, fenotipo femminile ma con genitali esterni ipoplasici. Spesso si associano malformazioni (pterigium colli, epicanto, bassa inserzione del padiglione auricolare, micrognazia, torace a scudo, valgismo bilaterale del gomito, accorciamento del IV metacarpo).Possono essere presenti anomalie renali e inoltre l’incidenza di diabete mellito e linfedema delle estremità è alta. E’ la più comune malformazione riscontrata nel materiale abortivo. Dal momento che le gonadi di questi soggetti non si sviluppano, presentandosi nastriformi e di tessuto fibroso, queste ragazze presentano infantilismo sessuale ed amenorrea primaria.


SINDROME DI DOWN: E’ la più comune anomalia congenita e rappresenta la causa più frequente di ritardo mentale. Dipende dalla presenza di un cromosoma in più nella coppia 21, di fatti è anche definita “Trisomia 21”. Alla nascita, le caratteristiche fisionomiche dei bambini con questa sindrome sono rappresentate da:viso rotondo con sella nasale larga e appiattita, occhi con taglio delle palpebre di tipo orientale, piega cutanea all’angolo interno degli occhi (epicanto),orecchie piccole,collo tozzo con plica nucale abbondante e lassa, mignoli inclinati verso l’interno della mano (bradiclinodattilia),solco palmarenico in entrambe le mani,marcata ipotonia muscolare,articolazioni molto flessibili per l’eccessiva lassità dei legamenti. Ovviamente non è evidente alla nascita il ritardo mentale che rappresenta la caratteristica che più preoccupa in questa sindrome.


SPECULUM: Strumento utilizzato per divaricare le pareti vaginali in modo da visualizzare la cervice.


SPERMATOZOO: Cellula maschile che viene prodotta nei testicoli e che può fertilizzare la cellula uovo femminile.


STERILITA': Condizione in cui una coppia non riesce ad avere figli dopo 12 mesi di rapporti senza alcun metodo anticoncezionale.
T
TAGLIO CESAREO: Parto di un feto attraverso una incisione eseguita sull'addome e sull'utero della madre.


TERAPIA ORMONALE SOSTITUTIVA: Regime terapeutico a base di estrogeni, progesterone naturale o progestinici sintetici e androgeni consigliata per il trattamento dei disturbi della menopausa.


TRANSLUCENZA NUCALE: La Translucenza Nucale è una ecografia che viene eseguita fra la 11ª e la 14ª settimana e consente di determinare il rischio statistico per la sindrome di Down e altre patologie cromosomiche più rare. Consiste nel misurare la distanza fra i muscoli paravertebrali e la cute nella regione posteriore del collo. Questa distanza o meglio questo spessore aumenta proporzionalmente con il rischio di sindrome di down e secondo alcuni anche con il rischio futuro di patologie cardiache.


TOT/TVT: Tecnica che viene utilizzata nell’incontinenza urinaria da sforzo femminile. Essa mira a restituire la fissità dell’uretra all’osso pubico, a restituire il supporto della parete vaginale all’uretra mediale ed a rafforzare il rapporto anatomico tra l’uretra, la parete vescicale, i legamenti pubo-uretrali ed i muscoli del pavimento pelvico tramite l’inserzione di una banderella di prolene attorno all’uretra.
V
VILLOCENTESI: La biopsia dei villi coriali (CVS) consiste nel prelievo del chorion frondosum per mezzo di un’ago o un catetere nel primo trimestre di gravidanza. Il vantaggio di questa tecnica è di poter attuare la preparazione diretta dei cromosomi dal citotrofoblasto o la coltura rapida consentendo diagnosi rapide e precoci. Tuttavia i villi sono anche una fonte di DNA e, quindi, si prestano molto bene allo studio molecolare per la diagnosi di malattie monogeniche il cui elenco è in continuo aggiornamento. Inoltre molti test biochimici attuabili con l’amniocentesi sono attualmente possibili anche su un prelievo di villi coriali. Da studi randomizzati non sono emerse differenze significative in termini di aborti spontanei tra CVS e amniocentesi sicché per entrambe le procedure questo tasso è di circa l’1%.


VULVECTOMIA: Consiste nell’asportazione dei genitali esterni. Essa trova indicazione nei tumori maligni della vulva e talora negli stati precancerosi.
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